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Nuova Luna

18,00

«Ragazze, è ora di alzarsi!»
All’Istituto Nuova Luna questo richiamo mattutino è parte integrante della routine per le sue giovani ospiti devono alzarsi e prepararsi per raggiungere la sala mensa e… mangiare. Il primo dettaglio che si nota quando si arriva al Nuova Luna, è la grande quantità di verde: distese di boschi e colline si perdono a vista d’occhio. Dopo una breve strada in salita, si giunge alla bella palazzina in stile nobiliare color ocra, a due piani e dal tetto spiovente, in cui saltano all’occhio le inferriate lavorate finemente che sovrastano ogni finestra. All’esterno, non sono invece presenti reti o confini delineati. Vittoria, una giovane donna di ventiquattro anni, che sta affrontando un problema di anoressia, è fra le ospiti più “anziane” dell’Istituto. Come per tutte le ospiti ricoverate per un disturbo del comportamento alimentare, la struttura gestisce quotidianamente un programma dettagliato e rigoroso, all’interno di un ambiente libero, ma a tratti eccessivamente protettivo, vista la fragilità fisica ed emotiva delle giovani donne. Diversi mesi dopo il suo arrivo, l’inaspettata scomparsa di una delle ragazze, e sua cara amica, Manuela, travolgerà a sua insaputa Vittoria in una trama complicata di avvenimenti, intrighi, e enigmi dalle sfumature occulte.
La giovane, dovendosi affidare al proprio intuito, sola, e ancora non completamente ristabilita, si vedrà costretta ad affrontare vecchie e nuove paure, guidata da enigmatici messaggi di un antico popolo e dai segni di una Natura da riscoprire nella sua componente più spirituale. Un vero e proprio viaggio interiore, che la condurrà alla riscoperta del suo essere più profondo.

Descrizione

Tempi difficili per i sognatori. O forse no?! Questi ultimi
due anni, in effetti, sono stati impegnativi per tutti. Ciò che
appena pochi anni fa avremmo immaginato come possibili
scenari di film apocalittici, si sono concretizzati in un solo
battito di ciglia. Ma non si dice forse che «non tutti i mali
vengono per nuocere?» Sicuramente, questo detto ha della
saggezza al suo interno: ci è stato regalato del tempo. Il tempo si è fermato, e noi con esso. Quale occasione migliore per
pensare a noi stessi?
Nuova Luna era nato inizialmente proprio come un racconto, volto a dialogare con il vissuto che mi accomuna a
tantissime persone, perché l’accettazione di sé stessi non è
poi così scontata. Ma, in seguito, si è trasformato in qualcosa
di più ampio spettro, che induce a fermarsi e valutare. Che
cosa? Proprio al fatto che accettare e amare ciò che siamo
non è materia così immediata. Quante persone siamo nella
nostra vita? Forse starai sorridendo, dandomi della matta, e
forse un po’ lo sono. Tuttavia sono convinta che, in questo
lungo tempo che è la vita, ognuno di noi si sia abituato ad
indossare maschere diverse per adattarsi alle situazioni e alle
persone della nostra quotidianità. Ne abbiamo tante, appese
all’ingresso delle nostre case, e talvolta neppure quando siamo soli, nell’intimità e nella sicurezza dei nostri nidi, lasciamo a nudo il nostro viso e la nostra anima.
È la normalità: la frenesia quotidiana divora il nostro
tempo e ci mascheriamo da ciò che il momento richiede di
essere, per rendere la nostra quotidianità più fluida e senza
intoppi. E proprio qui mi ricollego alla mia osservazione iniziale. Gli ultimi due anni, per quel che mi riguarda, mi hanno
regalato il tempo per fermarmi, e farmi un’unica domanda:
ma quella che penso di conoscere sono davvero io? Con mia
grande sorpresa, alcune delle risposte sono arrivate proprio
mentre le parole davano un senso a questa storia.
Scavare nel proprio essere non è un processo semplice,
che si fa in poco tempo, o con una scadenza prefissata; ci
si sente nudi, smarriti, e molto di frequente viene voglia di
correre all’ingresso di casa e prendere una di quelle maschere
per poterla indossare. E allora, dal momento che il tempo è
galantuomo, proprio lui ci invita a fermarci, a percepire che
esistiamo, e a renderci conto che proprio quella condizione
di nudità significa non avere abiti stretti addosso, nel senso
di costrizioni, paure, attaccamento all’altrui giudizio, che ci
impediscono di mostrarci per ciò che realmente siamo.
Vittoria, Manuela, Owen, Reia, e tutti gli altri personaggi,
nati per gioco dalla fantasia, racchiudono gli aspetti di ciò
che sono stata e ciò che ancora devo essere. Ho vissuto intensamente e con passione il cammino di tutti loro, e spero
che possano essere buoni compagni di viaggio anche per te,
come lo sono stati per me.

 

Stefania Borzillo

Additional Information
Peso 0,5 kg
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Nuova Luna


Tempi difficili per i sognatori. O forse no?! Questi ultimi due anni, in effetti, sono stati impegnativi per tutti. Ciò che appena pochi anni fa avremmo immaginato come possibili scenari di film apocalittici, si sono concretizzati in un solo battito di ciglia. Ma non si dice forse che «non tutti i mali vengono per nuocere?» Sicuramente, questo detto ha della saggezza al suo interno: ci è stato regalato del tempo. Il tempo si è fermato, e noi con esso. Quale occasione migliore per pensare a noi stessi? Nuova Luna era nato inizialmente proprio come un racconto, volto a dialogare con il vissuto che mi accomuna a tantissime persone, perché l’accettazione di sé stessi non è poi così scontata. Ma, in seguito, si è trasformato in qualcosa di più ampio spettro, che induce a fermarsi e valutare. Che cosa? Proprio al fatto che accettare e amare ciò che siamo non è materia così immediata. Quante persone siamo nella nostra vita? Forse starai sorridendo, dandomi della matta, e forse un po’ lo sono. Tuttavia sono convinta che, in questo lungo tempo che è la vita, ognuno di noi si sia abituato ad indossare maschere diverse per adattarsi alle situazioni e alle persone della nostra quotidianità. Ne abbiamo tante, appese all’ingresso delle nostre case, e talvolta neppure quando siamo soli, nell’intimità e nella sicurezza dei nostri nidi, lasciamo a nudo il nostro viso e la nostra anima. È la normalità: la frenesia quotidiana divora il nostro tempo e ci mascheriamo da ciò che il momento richiede di essere, per rendere la nostra quotidianità più fluida e senza intoppi. E proprio qui mi ricollego alla mia osservazione iniziale. Gli ultimi due anni, per quel che mi riguarda, mi hanno regalato il tempo per fermarmi, e farmi un’unica domanda: ma quella che penso di conoscere sono davvero io? Con mia grande sorpresa, alcune delle risposte sono arrivate proprio mentre le parole davano un senso a questa storia. Scavare nel proprio essere non è un processo semplice, che si fa in poco tempo, o con una scadenza prefissata; ci si sente nudi, smarriti, e molto di frequente viene voglia di correre all’ingresso di casa e prendere una di quelle maschere per poterla indossare. E allora, dal momento che il tempo è galantuomo, proprio lui ci invita a fermarci, a percepire che esistiamo, e a renderci conto che proprio quella condizione di nudità significa non avere abiti stretti addosso, nel senso di costrizioni, paure, attaccamento all’altrui giudizio, che ci impediscono di mostrarci per ciò che realmente siamo. Vittoria, Manuela, Owen, Reia, e tutti gli altri personaggi, nati per gioco dalla fantasia, racchiudono gli aspetti di ciò che sono stata e ciò che ancora devo essere. Ho vissuto intensamente e con passione il cammino di tutti loro, e spero che possano essere buoni compagni di viaggio anche per te, come lo sono stati per me.   Stefania Borzillo