Nuova Luna
Tempi difficili per i sognatori. O forse no?! Questi ultimi due anni, in effetti, sono stati impegnativi per tutti. Ciò che appena pochi anni fa avremmo immaginato come possibili scenari di film apocalittici, si sono concretizzati in un solo battito di ciglia. Ma non si dice forse che «non tutti i mali vengono per nuocere?» Sicuramente, questo detto ha della saggezza al suo interno: ci è stato regalato del tempo. Il tempo si è fermato, e noi con esso. Quale occasione migliore per pensare a noi stessi? Nuova Luna era nato inizialmente proprio come un racconto, volto a dialogare con il vissuto che mi accomuna a tantissime persone, perché l’accettazione di sé stessi non è poi così scontata. Ma, in seguito, si è trasformato in qualcosa di più ampio spettro, che induce a fermarsi e valutare. Che cosa? Proprio al fatto che accettare e amare ciò che siamo non è materia così immediata. Quante persone siamo nella nostra vita? Forse starai sorridendo, dandomi della matta, e forse un po’ lo sono. Tuttavia sono convinta che, in questo lungo tempo che è la vita, ognuno di noi si sia abituato ad indossare maschere diverse per adattarsi alle situazioni e alle persone della nostra quotidianità. Ne abbiamo tante, appese all’ingresso delle nostre case, e talvolta neppure quando siamo soli, nell’intimità e nella sicurezza dei nostri nidi, lasciamo a nudo il nostro viso e la nostra anima. È la normalità: la frenesia quotidiana divora il nostro tempo e ci mascheriamo da ciò che il momento richiede di essere, per rendere la nostra quotidianità più fluida e senza intoppi. E proprio qui mi ricollego alla mia osservazione iniziale. Gli ultimi due anni, per quel che mi riguarda, mi hanno regalato il tempo per fermarmi, e farmi un’unica domanda: ma quella che penso di conoscere sono davvero io? Con mia grande sorpresa, alcune delle risposte sono arrivate proprio mentre le parole davano un senso a questa storia. Scavare nel proprio essere non è un processo semplice, che si fa in poco tempo, o con una scadenza prefissata; ci si sente nudi, smarriti, e molto di frequente viene voglia di correre all’ingresso di casa e prendere una di quelle maschere per poterla indossare. E allora, dal momento che il tempo è galantuomo, proprio lui ci invita a fermarci, a percepire che esistiamo, e a renderci conto che proprio quella condizione di nudità significa non avere abiti stretti addosso, nel senso di costrizioni, paure, attaccamento all’altrui giudizio, che ci impediscono di mostrarci per ciò che realmente siamo. Vittoria, Manuela, Owen, Reia, e tutti gli altri personaggi, nati per gioco dalla fantasia, racchiudono gli aspetti di ciò che sono stata e ciò che ancora devo essere. Ho vissuto intensamente e con passione il cammino di tutti loro, e spero che possano essere buoni compagni di viaggio anche per te, come lo sono stati per me. Stefania Borzillo